TERAMO – Saranno cinque, invece che sei, le palazzine che saranno conferite nel fondo dell’Housing sociale che permetterà di cambiare il volto di via Longo. Una modifica, portata oggi all’attenzione del Consiglio comunale, che ha scaldato, e non poco, gli animi. Per la minoranza infatti, si tratta di un vero e proprio “stravolgimento” non solo del cronoprogramma, ma anche del progetto stesso, visto che, come ha fatto notare il consigliere di Città di Virtù Valdo Di Bonaventura «toccherà all’Ater realizzare i 20 appartamenti a canone Erp, ossia di edilizia residenziale pubblica, serviranno circa 2 milioni di euro e non si capisce come possa l’Ater accollarsi una simile cifra». Se le cose stessero davvero così, sarebbe un bel problema, ma a smentire Di Bonaventura, che cita il contenuto dell’allegato B della delibera del 26 marzo 2012, arriva il sindaco Maurizio Brucchi, che fa riferimento sempre agli stessi atti. «Non si tratta di una modifica sostanziale ma solo formale – spiega il sindaco – l’Ater sarebbe dovuta entrare all’interno del Fondo di Housing, ma per comodità, si è deciso di lasciarla fuori, tutto qui, i vertici dell’azienda mi hanno assicurato che sono stati accantonati i fondi necessari all’intervento». Il centrosinistra, tra cui anche Giovanni Cavallari e Gianguido D’Alberto (Pd) ha anche sottolineato l’ «indeterminatezza dei tempi e delle modalità di intervento e la scarsa corrispondenza agli obiettivi posti con il cronoprogramma approvato nel 2011». Quella di oggi, puntualizza D’Alberto, non è affatto la prima rimodulazione, «l’incertezza del progetto – aggiunge – ha fatto anche ridurre il valore delle aree da conferire, da 1,5 milioni di euro a 1,270». Il problema di fondo, sottolineato anche da Cordoni (Idv) è quello degli inquilini delle case popolari: una volta ricostruite ci saranno al massimo 28 alloggi Erp (attualmente molti pagano un canone da 80 euro al mese) mentre gli altri, che saranno a canone concordato, a canone libero e a canone sociale, secondo le stime di Cordoni, si potranno affittare a cifre ben superiori, dai 500 ai 600 euro al mese. C’è infine tutto il problema dell’emergenza abitativa: in sostanza il centrosinistra mette in luce la problematica relativa allo spostamento delle 90 famiglie in attesa della realizzazione dei lavori, che andrebbero ad occupare tutti gli alloggi popolari disponibili, bloccando, di fatto, le graduatorie. Su questo punto il sindaco Brucchi è stato chiaro, affermando che in effetti la domanda di alloggi è nettamente superiore all’offerta ma anche che il progetto di Housing è l’unica opportunità per rimettere a nuovo quelle palazzine, che altrimenti, rischierebbero di essere chiuse da un momento all’altro dalla Asl per le gravi problematiche che hanno. Le graduatorie per la richiesta di alloggi sono davvero molto ampie e, se le si va a scorrere, si scopre che ai primi 10 posti ci sono cittadini stranieri.
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